8.31.2008

Sono un figo, figo, figo... da paura!


Finito.
376 pagine in un anno non sono tante ma, tenuto conto che si sono andate a aggiungere alle altre 1600 che ho scritto per "John Doe", "Diabolik", "Dylan Dog" e vari progetti extra, non sono nemmeno poche.

A conti fatti, sono entusiasta e mi pare inutile nasconderlo.
I quattro episodi della serie sono coesi e rappresentano un'unica storia con una sua circolarità, allo stesso tempo, l'equilibrio di ogni episodio è del tutto autonomo e mi soddisfa pienamente.
I primi due albi hanno una struttura narrativa simile, volta ad agganciare il lettore nel minor tempo possibile e a lanciarlo in mezzo alla storia senza eccessive lungaggini, il terzo numero ammorbidisce questo approccio mentre, il quarto, ha una narrazione lineare, necessaria per tirare le fila e condurre il lettore al gran finale.
I colpi di scena sono distribuiti su tutti e quattro i numeri e ce ne sono fino all'ultima sequenza.
Il primo numero mette le basi dell'intera vicenda e introduce i personaggi principali, il secondo (che è pure la storia più drammatica) sviluppa i cattivi, il terzo ribalta alcuni presupposti, il quarto porta a pieno sviluppo gran parte dei temi messi sul tavolo, annoda tutti i fili, si concede qualche rivelazione e mette le basi per un possibile seguito.

La cosa divertente è che, nonostante io pensi che questa sia la roba tecnicamente più raffinata che abbia mai scritto e che, anche a livelli di contenuti, ci abbia davvero messo dentro davvero un mucchio di roba che spazia dalla politica al senso della vita, sono sicuro che la critica (e gran parte del pubblico), probabilmente, vedrà solamente una serie tutta azione.
Evvabè.
Va bene lo stesso.
A me, tutto sommato, la roba "tutta azione" piace un sacco.

"David Muprhy: 911" per me rappresenta una specie di chiusura del cerchio.
Per anni non ho fatto altro che studiare molto seriamente della roba molto poco seria come gli action movie.
In questa serie ho cercato di metterci tutto quello che ho capito sul genere e di rimpolpare con dell'altra roba derivata da cose molto diverse.
In questo senso, la lettura di "Shock Economy" di Naomi Klein è stata fondamentale, dandomi la chiave per creare dei "cattivi" con un vero spessore e, allo stesso tempo, facili da odiare.

Devo pure ringraziate Francesco Meo per avermi suggerito un concetto che poi si è rilevato fondamentale nell'economia della serie e che farà impazzire tutti i lettori nostalgici della Marvel anni '70.

Aggiungiamoci poi che Matteo sta trasformando in immagini straordinarie tutto quello che ho scritto e capirete meglio il mio entusiasmo.

Adesso la smetto perché come dice mia mamma, "chi si loda si imbroda" e io ho un mucchio di altra roba da fare prima di sentirmi soddisfatto.

Ah, quella qui sopra è la copertina del "numero 0".

6 commenti:

Andrea ha detto...

Francesco Meo è un grande!

jelem ha detto...

Sono proprio curioso di vedere com'è risultato su carta. :)

Thomas Magnum ha detto...

Ma non era "chi si loda si sbroda"? ahah cmq sono davvero curioso.
Ci si vede a Narni!

RRobe ha detto...

Mi sa di sì... :asd:

Fabrizio ha detto...

Nell'ultimo colpo di scena si scopre che David Murphy in realtà è Piccettino!!!!!

OPS!


Non dovevo dirlo... :asd:


Fab

Marco M. Lupoi ha detto...

Sei fighissimo!!!! L'ho sempre detto...

Appena vedi quello che abbiamo scritto su 911 nel prossimo Anteprima...

MML