11.19.2007

Ma che bella pensata, ma che bella pensata...


Per il primo episodio di "911" ho deciso di sbattermi e di dargli una struttura narrativa abbastanza complessa (nel contesto delle testate di riferimento) fatta di flashback, stacchi analogici e ellissi narrative.
Devo dire che il risultato finale mi ha convinto un sacco e penso che, dal punto di vista puramente tecnico, questo primo episodio di "911" sia una delle cose meglio architettate che ho scritto.
Di contro non è per nulla classico e rassicurante e non si inscriverebbe per nulla bene nel solco dell'italica maniera di raccontare a fumetti e in questo mi ricorda parecchio le prime cose di John Doe.

E' da qualche tempo che sono alle prese con il secondo episodio e mi sono incastrato da solo.
Il nocciolo della questione è presto detto: rispetto alle prime 94 pagine ho cominciato a scrivere questo secondo capitolo in modo normale: sono partito dal punto in cui avevo lasciato David nel finale della prima storia e sono andato avanti dritto, procedendo passo dopo passo verso il finale. Niente inizio in media res, niente flashback, niente montaggi in parallelo e, soprattutto, niente "trucco degli stacchi".
Il "trucco degli stacchi" è il giochetto che uso in maniera massiccia fin da John Doe n.1 e che all'inizio copiato brutalmente da gente come Edgar Rice Burroghs e Gianluigi Bonelli per poi declinarlo in chiave personale, mescolandolo con certa roba che fanno nei serial americani e certe soluzioni di Elmore Leonard, fino a renderlo una specie di marchio fabbrica.
E' pure uno degli espedienti narrativi che preferisco in assoluto per vari motivi: tiene alta la tensione, ti fa uscire facilmente da qualsiasi impasse o vicolo cieco, aggancia il lettore, aumenta il ritmo di lettura... e poi è facile e fa un sacco scena.
Il fatto che sia un trucco e per di più "facile" è pure la ragione che mi ha spinto a limitarne l'uso in tempi recenti, in maniera da costringermi a utilizzare soluzioni più ortodosse e impegnative anche se forse meno divertenti e più classiche per me e per il lettore.

In poche parole, questo secondo albo di "911" mi è venuto fuori come un fumetto d'avventura nel pieno segno e tradizione del fumetto italiano.
Il che non è per nulla un male, sia chiaro... in altri ambiti è proprio quello che sto cercando di fare perché ho voglia di dimostrare (in primo luogo a me stesso) che non sono solo uno sceneggiatore tutto "chiacchiere e stacchi narrativi" ma che se mi ci metto so pure raccontare una roba come cristo comanda e che non farebbe storcere troppo il naso a John Ford (per me il narratore classico per eccellenza).

Rileggendo la sceneggiatura però, riflettendo sul contesto produttivo di "911", sulle ragioni che hanno spinto la Panini a scegliere me e non altri e sulle aspettative medie dei miei lettori e del mio editore, ho deciso che questo approccio era sbagliato.
Ebbene sì, amici Artisti che mi guardate con sguardo di rimprovero: certe volte sono puttana al punto da tenere conto delle aspettative di quelli che mi leggono e di quelli che mi danno lavoro e mi lascio influenzare da esse, talune volte assecondandole, altre volte deludendole in maniera conscia.
Mi rendo conto che questa è una bestemmia nei confronti di quell'arte che voi Artisti vi appuntate sul petto con orgoglio... ma che ci volete fare? Sono fatto così.

Comunque sia e tornando a bomba... ho preso la sceneggiatura della seconda parte di "911" e l'ho cestinata.
Non solo strideva nella sua semplicità classicista con tutto quanto fatto nel primo episodio ma non era neanche pienamente mia. Era una sceneggiatura di Roberto Recchioni che voleva far vedere di essere una persona seria che sapeva comportarsi bene a tavola.
Ammettiamolo, non sono una persona seria e non voglio esserlo.
Sono un cazzone che adora ogni trucco che gli permetta di prendere il lettore e trascinarlo in giro per la storia che vuole raccontare, tenendolo stretto per le palle, il cuore, la gola e lo stomaco.
Non me ne frega nulla di essere coerente, educato, inappuntabile o classico.
Me ne frega solo che la mia storia funzioni.
E adesso che sto riscrivendo da capo il secondo episodio di "911" so che la nuova sceneggiatura funziona.
Forse non è particolarmente elegante o di buon gusto, forse non rispetta i canoni di un solido fumetto d'avventura all'italiana e di sicuro viola molte delle sue regole e delle sue gabbie... ma quando sarà pubblicata, vi sfido a venirmi a dire che non l'avete letta tutta d'un fiato e che non ne volete ancora.

16 commenti:

Randall ha detto...

Sfida accettata.

Intanto se ti interessa hanno aggiornato il Catalogo Stelle, e tanto per cambiare è già andato tutto esaurito nei 10 minuti in cui non ero al pc.

Design270 ha detto...

com'è che si dice? "chi si loda..." e poi qualcosa d'altro, non ricordo bene. :-)
Speremmu

RRobe ha detto...

Mai pensato che la modestia fosse una virtù :asd:

Scherzi a parte, la nuova stesura del secondo episodio mi convince davvero molto.

RRobe ha detto...

p.s.
poi non è una sorpresa per nessuno che io in questo progetto ci creda fermamente, sia per quello che riguarda il mio lavoro, sia per il lavoro di Matteo.

Riccardo Torti ha detto...

"...che non farebbe storcere troppo il naso a John Ford"

allora a metà albo dovresti mettere un ballo!!!

Sono davvero curioso di leggerlo, visto che le tavole del Cremona le ho viste e spaccano!

Design270 ha detto...

rrobe> :-)

brian-GraphiCat ha detto...

spieghi con qualche seempio il "trucco degli stacchi" please?

Slum King ha detto...

Hai fatto bene!
ricorda che DDante lo hai fatto "classico" e il pubblico non lo ha apprezzato come invece ha fatto per il "moderno" JD.

JPMadWorks ha detto...

Ma col trucco deglli stacchi c'entra per caso l'analogico testuale che ci ha spiegato Diego?
Chiaramente una tua versione.

-harlock- ha detto...

"Tutto chiacchiere e stacchi narrativi" è da oscar.

RRobe ha detto...

Ogni volta che si arriva a un colpo di scena o a una scena in cui un personaggio è messo alle strette, stacchi e vai da un'altra parte.
Quando torni alla situazione originale la situazione potrebbe essersi risolta, lasciando una parte di non detto all'immaginazione del lettore (che è sempre più forte di quanto noi scrittori possiamo essere).

Esempio: John sta per essere picchiato da dei camionisti.
Stacco.
Passiamo da un'altra parte e raccontiamo altro. La scena si chiude con una qualche rivelazione a effetto.
Si torna su JD. Ha già steso i camionisti. Non sappiamo come ma la nostra immaginazione se la costruisce in testa.

JPMadWorks ha detto...

ok allora no, é una cosa più generica, grazie per l'interessante spiegazione, in pratica si delega una eventuale gatta da pelare all'immaginazione del lettore e ha ulteriori vantaggi se si é autori completi e non si ha voglia di disegnare una certa parte.
Io avevo pensato alla sottile arte di collegare le scene con dei rimandi tra immagine e parola o tra immagine e immagine, cosa che comunque fate abbondantemente su JD.

RRobe ha detto...

Gli stacchi analogici.

JPMadWorks ha detto...

esatto, belli anche quelli.

Bapho aka Davide Costa ha detto...

Ma la prima versione l'hai cestinata davero davero o prima o poi magari in un tempo remoto uno potrebbe pure avere culo e poterla leggere per fare un confronto?

Alessandro Boni ha detto...

CAZZO!! COSI' si parla...e se a fare certi discorsi e' un personaggio (mi sembra il termine giusto) che potrebbe in parte sedersi sugli allori fa ancora piu' piacere!!!

Penso non ci sia niente di male a compiacersi di cio' che si e' fatto soprattuto perche' le cose migliori nonstante passino il filtro della ragione (la professionalita' ce vuo' altrimenti siamo tutti artisti) partono dal cuore...

condivido in pieno il giochino degli stacchi, personalmente io li uso incrociandoli parecchio con dei flashback e flashforward..so di complicarmi la vita ma masticando parecchio cinema ho imparato ad utilizzare qualche trucchetto...anche grafico (come ad esempio richiami cromatici o inquadrature simili tra una tavola e l'altra per non parlare dei testi) e di solito ne esco bene.

ultimamente anche sul mio blog mi sto lamentando della solita minestra...e tu potresti essere quel personaggio catalizzante per smuovere un po' le acque.

io purtroppo non ho la capacita' di scendere a compromessi con il mercato e pigio sull'acceleratore...tu forse....