7.24.2007
Sharon (aka Brittney Skye)
Avrei potuto metterla nel post precedente ma Brittney Skye merita uno spazio tutto suo.
Lei sarà il modello su cui costruiremo Sharon, la moglie (incinta) del nostro nuovo protagonista.
Non esattamente la bellezza più raffinata della terra, ma del resto non deve esserlo.
Volti non tanto nascosti.
Una pratica abbastanza comune del fumetto è quello di usare volti del cinema e della TV come riferimento per i propri personaggi.
Lo facciamo noi (Dylan Dog-Rupert Everett, John Doe-Tom Cruise e via dicendo...) e lo fanno anche gli americani (la versione Ultimates di Nick Fury e Samuel L. Jackson, tanto per fare un esempio).
Alcuni lettori apprezzano questa cosa, altri la detestano.
Io cerco sempre di fornire ai miei disegnatori un volto reale su cui costruire il personaggio, ma poi so bene che via via che verrà disegnato, il personaggio prenderà caratteristiche proprie e troverà "la sua faccia".
Qui sopra una raccolta di volti che, in un modo o nell'altro, troveranno spazio nel "progetto m-65".
Vecchie cose...
Queste sono le poche immagini che ho postato sul mio blog principale riguardo al nuovo progetto con Matteo.
L'aspetto del personaggio è molto prossimo a quello definitivo ma non ancora pienamente centrato.
In linea generale, questi studi sono serviti per far capire meglio i toni della storia (e a far approvare il tutto, ovviamente).
Spero che, a breve, possa mostrarvi qualcosa di nuovo e definitivo.
7.23.2007
A proposito di doppie splash page...
7.16.2007
In movimento.
Bon.
Il primo numero è praticamente completo a livello di script e Matteo ha già iniziato a disegnare. A breve dovrei poter vedere le prime matite e, una volta avuto l'ok dalle alte sfere, cominciare a sbottonarmi un poco.
E' la prima volta che lavoro su un progetto la cui uscita è così lontana nel tempo e la cosa mi mette a disagio.
John Doe ha avuto un anno (scarso) di gestazione, Detective Dante idem, Garrett anche meno.
Per me l'atto di ideare, realizzare e proporre è un gesto unico.
Ma qui il discorso è diverso.
Su JD, DeDa o Garrett , si poteva lavorare in parallelo su vari numeri, in maniera da averli pronti in un tempo più breve... nel caso di quello che per ora chiamiamo "progetto noveunouno" non si può fare perché tutta la storia sarà realizzata da un solo disegnatore. Abbiamo deciso di fare così per dare il massimo di coerenza e organicità possibile a questa storia. Speriamo che la scelta ci premi.
In termini di ricerca personale, invece, sono abbastanza contento.
Finalmente ho modo di misurarmi con la figura dell'eroe e con il suo percorso iniziatico. Dopo aver scritto di tanti bastardi, pazzi psicopatici e antieroi romantici, la cosa mi fa immensamente piacere perché io agli eroi ci credo: mi esalto con John McLane, David Dunn, Jack Bauer, John Wayne (che è quasi sempre e solo John Wayne, indipendentemente dal personaggio che è chiamato a interpretare), Tex, e via dicendo.
Quello che non ho mai fatto però, è scriverne di eroi. Scrivere di personaggi che si caricano, spesso a dispetto dei loro interessi personali, il peso e la responsabilità di fare la cosa giusta. E' vero, anche John Doe ha fatto una cosa del genere, ma nonostante tutto, quello yuppie fuori tempo massimo rimane un bastardo, cinico e egoista.
David Murphy non sarà così.
Farò di David Murphy un eroe, che lui lo voglia o meno.
Torno a lavorare.
Che possiate vivere in tempi interessanti.
Il primo numero è praticamente completo a livello di script e Matteo ha già iniziato a disegnare. A breve dovrei poter vedere le prime matite e, una volta avuto l'ok dalle alte sfere, cominciare a sbottonarmi un poco.
E' la prima volta che lavoro su un progetto la cui uscita è così lontana nel tempo e la cosa mi mette a disagio.
John Doe ha avuto un anno (scarso) di gestazione, Detective Dante idem, Garrett anche meno.
Per me l'atto di ideare, realizzare e proporre è un gesto unico.
Ma qui il discorso è diverso.
Su JD, DeDa o Garrett , si poteva lavorare in parallelo su vari numeri, in maniera da averli pronti in un tempo più breve... nel caso di quello che per ora chiamiamo "progetto noveunouno" non si può fare perché tutta la storia sarà realizzata da un solo disegnatore. Abbiamo deciso di fare così per dare il massimo di coerenza e organicità possibile a questa storia. Speriamo che la scelta ci premi.
In termini di ricerca personale, invece, sono abbastanza contento.
Finalmente ho modo di misurarmi con la figura dell'eroe e con il suo percorso iniziatico. Dopo aver scritto di tanti bastardi, pazzi psicopatici e antieroi romantici, la cosa mi fa immensamente piacere perché io agli eroi ci credo: mi esalto con John McLane, David Dunn, Jack Bauer, John Wayne (che è quasi sempre e solo John Wayne, indipendentemente dal personaggio che è chiamato a interpretare), Tex, e via dicendo.
Quello che non ho mai fatto però, è scriverne di eroi. Scrivere di personaggi che si caricano, spesso a dispetto dei loro interessi personali, il peso e la responsabilità di fare la cosa giusta. E' vero, anche John Doe ha fatto una cosa del genere, ma nonostante tutto, quello yuppie fuori tempo massimo rimane un bastardo, cinico e egoista.
David Murphy non sarà così.
Farò di David Murphy un eroe, che lui lo voglia o meno.
Torno a lavorare.
Che possiate vivere in tempi interessanti.
7.02.2007
Una coperta troppo corta.
Stavo riflettendo su quanti sceneggiatori italiani si siano trovati a scrivere più di un "numero uno" di una nuova serie in formato quaderno (un Bonelli o un Bonellide insomma) e mi sono reso conto che è un club piuttosto esclusivo.
"Figo" direte voi.
Figo un corno, dico io.
Il primo albo di una serie "all'italiana" è una rogna mica da ridere.
Devi introdurre il personaggio.
Devi definire il mondo che lo circonda.
Devi introdurre i comprimari.
Devi dare le linee generali della serie, montare una trama generale e, nel contempo, devi pure costruire una storia che stia in piedi anche da sola.
Ma, soprattutto, devi chiudere e aprire al tempo stesso... ovvero devo tirare le fila del tutto, mettendo ogni suo pezzo al suo posto e aprire lo scenario per le storie che verranno.
E' una coperta troppo corta.
Se ti dedichi troppo al personaggio, rubi spazio alla storia del numero in quanto tale.
Se dai troppo spazio ai comprimari, togli il protagonista (o i protagonisti) dalla luce dei riflettori di cui tanto abbisognano nel primo albo.
Se dedichi troppo spazio a costruire quello che verrà, poi non hai abbastanza spazio per costruire quello che c'è... e la storia sembrerà vuota.
Se non costruisci una buona storia autonoma, rischi di creare un albo introduttivo che ha senso di esistere solo in funzione di quello che verrà.
Dai troppo spazio alle caratterizzazioni? Hai meno spazio per l'azione.
Non è una cosa che riguarda solo i fumetti, sia chiaro.
Anche le serie televisive hanno lo stesso problema... però la distanza che separa il primo episodio di un serial tv dal secondo, è di una settimana. Per il fumetto, in media, si tratta di un mese. E questo fa la differenza.
Al mio terzo tentativo mi sto facendo un mucchio di problemi in più che nei casi precedenti.
Per "JD" avevo dalla mia l'arroganza della mia gioventù.
In pratica, ero un irresponsabile.
E tutto sommato mi è andata bene. Il primo numero di "JD" racconta un mucchio di roba e ha un buon ritmo. Paga qualcosan el finale (affrettato e non proprio sobrio) ma, tutto sommato, non lo farei diverso.
Per "Detective Dante" il discorso è diverso.
Ero alla ricerca di una maniera per riportare alcune sensazioni "da videogioco" in un fumetto e questo mi ha fatto perdere di vista le cose importanti. Certo, il personaggio è introdotto e c'è pure un comprimario ben definito, ma la storia è debole e un puro pretesto per muovere l'azione.
Il primo numero di Dante proprio non mi convince.
Ora, con quello che -per il momento- chiameremo "M-65", le cose sono diverse.
Ho in mano un'idea forte come non mi capitava dai tempi di JD.
E' molto strutturata ma so cosa ci deve essere e cosa no.
Il problema è che molti elementi secondari proprio non potranno trovare spazio nel primo numero e dovranno essere introdotti nel secondo.
E che sto bruciando un mucchio di spazio per colpa di quelle dannate doppie splash page.
Vado a scrivere, che tra JD, DYD e M-65 ho un mucchio di lavoro davanti.
"Figo" direte voi.
Figo un corno, dico io.
Il primo albo di una serie "all'italiana" è una rogna mica da ridere.
Devi introdurre il personaggio.
Devi definire il mondo che lo circonda.
Devi introdurre i comprimari.
Devi dare le linee generali della serie, montare una trama generale e, nel contempo, devi pure costruire una storia che stia in piedi anche da sola.
Ma, soprattutto, devi chiudere e aprire al tempo stesso... ovvero devo tirare le fila del tutto, mettendo ogni suo pezzo al suo posto e aprire lo scenario per le storie che verranno.
E' una coperta troppo corta.
Se ti dedichi troppo al personaggio, rubi spazio alla storia del numero in quanto tale.
Se dai troppo spazio ai comprimari, togli il protagonista (o i protagonisti) dalla luce dei riflettori di cui tanto abbisognano nel primo albo.
Se dedichi troppo spazio a costruire quello che verrà, poi non hai abbastanza spazio per costruire quello che c'è... e la storia sembrerà vuota.
Se non costruisci una buona storia autonoma, rischi di creare un albo introduttivo che ha senso di esistere solo in funzione di quello che verrà.
Dai troppo spazio alle caratterizzazioni? Hai meno spazio per l'azione.
Non è una cosa che riguarda solo i fumetti, sia chiaro.
Anche le serie televisive hanno lo stesso problema... però la distanza che separa il primo episodio di un serial tv dal secondo, è di una settimana. Per il fumetto, in media, si tratta di un mese. E questo fa la differenza.
Al mio terzo tentativo mi sto facendo un mucchio di problemi in più che nei casi precedenti.
Per "JD" avevo dalla mia l'arroganza della mia gioventù.
In pratica, ero un irresponsabile.
E tutto sommato mi è andata bene. Il primo numero di "JD" racconta un mucchio di roba e ha un buon ritmo. Paga qualcosan el finale (affrettato e non proprio sobrio) ma, tutto sommato, non lo farei diverso.
Per "Detective Dante" il discorso è diverso.
Ero alla ricerca di una maniera per riportare alcune sensazioni "da videogioco" in un fumetto e questo mi ha fatto perdere di vista le cose importanti. Certo, il personaggio è introdotto e c'è pure un comprimario ben definito, ma la storia è debole e un puro pretesto per muovere l'azione.
Il primo numero di Dante proprio non mi convince.
Ora, con quello che -per il momento- chiameremo "M-65", le cose sono diverse.
Ho in mano un'idea forte come non mi capitava dai tempi di JD.
E' molto strutturata ma so cosa ci deve essere e cosa no.
Il problema è che molti elementi secondari proprio non potranno trovare spazio nel primo numero e dovranno essere introdotti nel secondo.
E che sto bruciando un mucchio di spazio per colpa di quelle dannate doppie splash page.
Vado a scrivere, che tra JD, DYD e M-65 ho un mucchio di lavoro davanti.
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