10.23.2008
Siamo chiusi.
QUESTO è il nuovo blog, ufficiale, che la Panini ha dedicato a "David Murphy: 911".
Il vecchio blog (questo in cui vi trovate) è chiuso, ma tutta la roba che c'era rimarrà comunque a disposizione.
Quindi, per news, approfondimenti e per tutto quello che riguarderà "David Murphy: 911", fate pure riferimento al nuovo indirizzo.
9.16.2008
9.12.2008
9.01.2008
Cover!
Fare una copertina non significa (almeno, non sempre) dire a qualcuno: "mi fai un bel disegnino a colori?".
Certe volte bisogno studiarsela con calma e attenzione.
Qui sotto trovate tutto il percorso che ha portato Gabriele Dell'Otto alla cover definitiva di 911.
Enjoy.
Il bozzetto.
Il clean-up.
Gli inchiostri.
Fosse dipeso da me (che amo le cose "non finite e istintive" e ho una passione smodata per il bianco) sarebbe potutata anche andare in stampa così.
Primo passaggio con l'aerografo.
Una prima versione pittorica.
A me piaceva un sacco ma Gabriele, giustamente, trovava che il personaggio fosse troppo luminoso e poco amalgamato con lo sfondo. Oltretutto, il viso era eccessivamente squadrato e "pagnottone" e più che David Murphy sembrava Steve Rogers.
Il "quasi" definitivo.
Praticamente perfetta ma si poteva ancora fare di meglio sul volto di David. Dopo averla vista stampata su "Anteprima" poi, abbiamo avuto tutti la sensazione che si poteva ottenere di più in termini di potenza e incisività.
Questa è la cover definitiva.
Gabriele ha corretto il volto, ridotto l'effetto di movimento su alcuni oggetti sullo sfondo (che si perdevano troppo nella precedente versione) e aggiunto una quinta in basso a sinistra di grande effetto.
Bella, no?
Se volete vedere le immagini più in grande, cliccateci sopra.
Certe volte bisogno studiarsela con calma e attenzione.
Qui sotto trovate tutto il percorso che ha portato Gabriele Dell'Otto alla cover definitiva di 911.
Enjoy.
Il bozzetto.
Il clean-up.
Gli inchiostri.
Fosse dipeso da me (che amo le cose "non finite e istintive" e ho una passione smodata per il bianco) sarebbe potutata anche andare in stampa così.
Primo passaggio con l'aerografo.
Una prima versione pittorica.
A me piaceva un sacco ma Gabriele, giustamente, trovava che il personaggio fosse troppo luminoso e poco amalgamato con lo sfondo. Oltretutto, il viso era eccessivamente squadrato e "pagnottone" e più che David Murphy sembrava Steve Rogers.
Il "quasi" definitivo.
Praticamente perfetta ma si poteva ancora fare di meglio sul volto di David. Dopo averla vista stampata su "Anteprima" poi, abbiamo avuto tutti la sensazione che si poteva ottenere di più in termini di potenza e incisività.
Questa è la cover definitiva.
Gabriele ha corretto il volto, ridotto l'effetto di movimento su alcuni oggetti sullo sfondo (che si perdevano troppo nella precedente versione) e aggiunto una quinta in basso a sinistra di grande effetto.
Bella, no?
Se volete vedere le immagini più in grande, cliccateci sopra.
8.31.2008
Sono un figo, figo, figo... da paura!
Finito.
376 pagine in un anno non sono tante ma, tenuto conto che si sono andate a aggiungere alle altre 1600 che ho scritto per "John Doe", "Diabolik", "Dylan Dog" e vari progetti extra, non sono nemmeno poche.
A conti fatti, sono entusiasta e mi pare inutile nasconderlo.
I quattro episodi della serie sono coesi e rappresentano un'unica storia con una sua circolarità, allo stesso tempo, l'equilibrio di ogni episodio è del tutto autonomo e mi soddisfa pienamente.
I primi due albi hanno una struttura narrativa simile, volta ad agganciare il lettore nel minor tempo possibile e a lanciarlo in mezzo alla storia senza eccessive lungaggini, il terzo numero ammorbidisce questo approccio mentre, il quarto, ha una narrazione lineare, necessaria per tirare le fila e condurre il lettore al gran finale.
I colpi di scena sono distribuiti su tutti e quattro i numeri e ce ne sono fino all'ultima sequenza.
Il primo numero mette le basi dell'intera vicenda e introduce i personaggi principali, il secondo (che è pure la storia più drammatica) sviluppa i cattivi, il terzo ribalta alcuni presupposti, il quarto porta a pieno sviluppo gran parte dei temi messi sul tavolo, annoda tutti i fili, si concede qualche rivelazione e mette le basi per un possibile seguito.
La cosa divertente è che, nonostante io pensi che questa sia la roba tecnicamente più raffinata che abbia mai scritto e che, anche a livelli di contenuti, ci abbia davvero messo dentro davvero un mucchio di roba che spazia dalla politica al senso della vita, sono sicuro che la critica (e gran parte del pubblico), probabilmente, vedrà solamente una serie tutta azione.
Evvabè.
Va bene lo stesso.
A me, tutto sommato, la roba "tutta azione" piace un sacco.
"David Muprhy: 911" per me rappresenta una specie di chiusura del cerchio.
Per anni non ho fatto altro che studiare molto seriamente della roba molto poco seria come gli action movie.
In questa serie ho cercato di metterci tutto quello che ho capito sul genere e di rimpolpare con dell'altra roba derivata da cose molto diverse.
In questo senso, la lettura di "Shock Economy" di Naomi Klein è stata fondamentale, dandomi la chiave per creare dei "cattivi" con un vero spessore e, allo stesso tempo, facili da odiare.
Devo pure ringraziate Francesco Meo per avermi suggerito un concetto che poi si è rilevato fondamentale nell'economia della serie e che farà impazzire tutti i lettori nostalgici della Marvel anni '70.
Aggiungiamoci poi che Matteo sta trasformando in immagini straordinarie tutto quello che ho scritto e capirete meglio il mio entusiasmo.
Adesso la smetto perché come dice mia mamma, "chi si loda si imbroda" e io ho un mucchio di altra roba da fare prima di sentirmi soddisfatto.
Ah, quella qui sopra è la copertina del "numero 0".
Novità.
Questa qui sopra è quasi l'illustrazione definitiva che apparirà sulla copertina di "David Murphy: 911", opera di Gabriele Dell'Otto.
Dico quasi perché il volto di David ancora non ci convince del tutto e forse verrà modificato.
Questo mese, su "Anteprima" viene presentata la serie e data la possibilità di ordinare il numero uno.
Il prezzo indicato (3 euro), in realtà, non è esatto e dovrebbe essere un pelo più basso.
Dovrebbe.
Alla Fiera di Narni (QUI trovate maggiori informazioni), dovrei tenere un piccolo incontro in cui si parlerà della serie.
A Romics, invece, verrà presentato (e dato in omaggio), il "numero 0", lo stesso albo che troverete allegato a "Rat-Man 68".
Alla fiera di Lucca, troverete il numero 1 (e poi in tutte le edicole e librerie).
Per il resto... ho finito di scrivere tutta la serie e conto di postare qualcosa a riguardo quanto prima.
Dico quasi perché il volto di David ancora non ci convince del tutto e forse verrà modificato.
Questo mese, su "Anteprima" viene presentata la serie e data la possibilità di ordinare il numero uno.
Il prezzo indicato (3 euro), in realtà, non è esatto e dovrebbe essere un pelo più basso.
Dovrebbe.
Alla Fiera di Narni (QUI trovate maggiori informazioni), dovrei tenere un piccolo incontro in cui si parlerà della serie.
A Romics, invece, verrà presentato (e dato in omaggio), il "numero 0", lo stesso albo che troverete allegato a "Rat-Man 68".
Alla fiera di Lucca, troverete il numero 1 (e poi in tutte le edicole e librerie).
Per il resto... ho finito di scrivere tutta la serie e conto di postare qualcosa a riguardo quanto prima.
7.14.2008
Nel peggiore dei casi...
DISCLAIMER DI SICUREZZA
“Se qualcosa può andare storto, lo farà”
prima legge di Murphy.
Crisi, emergenze, disastri naturali, attacchi terroristici... l’uomo è sempre più spesso coinvolto in situazioni di grave pericolo che attentano alla sua vita e alla sua tranquillità.
E per questa ragione che ci siamo proposti di creare un manuale di sopravvivenza per queste situazioni estreme.
Il nostro obiettivo è quello di fornire uno strumento versatile, di facile consultazione, dal prezzo abbordabile e dalla grafica accattivante. Un indispensabile aiuto che ogni uomo, o donna, o bambino, si dovrebbe portare dietro per poterlo consultare all’occorrenza.
Questo manuale è una guida attraverso il caos.
Una strada sicura verso casa.
Per la realizzazione di questo manuale abbiamo consultato i massimi esperti di sopravvivenza e, insieme con loro, abbiamo redatto una serie di facili istruzioni per risolvere con facilità le situazioni più disparate. Grazie a questo manuale, non sarete più vittime inerti di una natura dispettosa o di qualche pazzo terrorista esaltato. Ora potrete tornare a governare il vostro destino, sapendo sempre cosa è meglio fare in ogni situazione.
Del resto, la legge ci impone di sconsigliarvi di intraprendere una qualsiasi delle attività descritte in questo nostro prezioso e affidabilissimo manuale e di invitarvi a delegare la vostra sopravvivenza all’operato delle forze di polizia, dell’esercito e dei pompieri... ammesso che riusciate a trovare qualcuno di loro, nel momento in cui ne avrete davvero bisogno.
Per concludere, vi invito a tenere a mente che l’editore, gli autori e gli esperti che hanno contribuito alla realizzazione di questo meraviglioso manuale, declinano ogni responsabilità per qualunque danno possa risultare dall’uso, corretto o scorretto, delle informazioni qui contenute e che vi invitano a non chiamarli a casa nel cuore della notte, nel caso la vostra casa stesse andando a fuoco. Il capitolo sugli incendi è a pagina 124 di questo manuale e ci troverete tutte le informazioni che vi occorrono per cavarvela egregiamente da soli.
Tratto dal numero 0 di "David Murphy:911".
Lo troverete in omaggio alle fiere del fumetto e allegato a Rat Man 68.
“Se qualcosa può andare storto, lo farà”
prima legge di Murphy.
Crisi, emergenze, disastri naturali, attacchi terroristici... l’uomo è sempre più spesso coinvolto in situazioni di grave pericolo che attentano alla sua vita e alla sua tranquillità.
E per questa ragione che ci siamo proposti di creare un manuale di sopravvivenza per queste situazioni estreme.
Il nostro obiettivo è quello di fornire uno strumento versatile, di facile consultazione, dal prezzo abbordabile e dalla grafica accattivante. Un indispensabile aiuto che ogni uomo, o donna, o bambino, si dovrebbe portare dietro per poterlo consultare all’occorrenza.
Questo manuale è una guida attraverso il caos.
Una strada sicura verso casa.
Per la realizzazione di questo manuale abbiamo consultato i massimi esperti di sopravvivenza e, insieme con loro, abbiamo redatto una serie di facili istruzioni per risolvere con facilità le situazioni più disparate. Grazie a questo manuale, non sarete più vittime inerti di una natura dispettosa o di qualche pazzo terrorista esaltato. Ora potrete tornare a governare il vostro destino, sapendo sempre cosa è meglio fare in ogni situazione.
Del resto, la legge ci impone di sconsigliarvi di intraprendere una qualsiasi delle attività descritte in questo nostro prezioso e affidabilissimo manuale e di invitarvi a delegare la vostra sopravvivenza all’operato delle forze di polizia, dell’esercito e dei pompieri... ammesso che riusciate a trovare qualcuno di loro, nel momento in cui ne avrete davvero bisogno.
Per concludere, vi invito a tenere a mente che l’editore, gli autori e gli esperti che hanno contribuito alla realizzazione di questo meraviglioso manuale, declinano ogni responsabilità per qualunque danno possa risultare dall’uso, corretto o scorretto, delle informazioni qui contenute e che vi invitano a non chiamarli a casa nel cuore della notte, nel caso la vostra casa stesse andando a fuoco. Il capitolo sugli incendi è a pagina 124 di questo manuale e ci troverete tutte le informazioni che vi occorrono per cavarvela egregiamente da soli.
Tratto dal numero 0 di "David Murphy:911".
Lo troverete in omaggio alle fiere del fumetto e allegato a Rat Man 68.
Tutti al mare...
6.11.2008
5.22.2008
Per quanto io possa mettermici d'impegno e faticare...
...non faticherò mai quanto Matteo.
Ecco un paio di immagini pescate dal secondo albo.
Cliccateci sopra se volete vederle più in grande.
Per quanto riguarda me, ho appena completato i testi di uno scoppiettante "numero 0" (che non è la solita roba che si vede in giro) e sto completando il terzo episodio.
Lucca è sempre più vicina.
Ecco un paio di immagini pescate dal secondo albo.
Cliccateci sopra se volete vederle più in grande.
Per quanto riguarda me, ho appena completato i testi di uno scoppiettante "numero 0" (che non è la solita roba che si vede in giro) e sto completando il terzo episodio.
Lucca è sempre più vicina.
3.18.2008
Il Camper di Big Jim
Stiamo cominciando a riflettere sul logo di "David Murphy: 911" e lo stiamo provando su un bozzetto di una possibile copertina.
Quella qui sopra è la mia proposta, realizzata dal prode Paolo "Ottokin" Campana.
Paolo non è che ne sia così convinto (lui sta portando avanti anche una sua proposta) e Meo nemmeno... io sono gasatissimo e pronto a combattere per difendere questo logo.
La mia idea è quella di rifarci al logo di "Big Jim".
Il perché di questa scelta è presto detto:
- da bambino adoravo Big Jim
- quel logo comunica l'idea che mi piacerebbe passare per "911"
- i lettori a cui finiremo inevitabilmente per rivolgerci saranno un segmento compreso tra i venti e i quarant'anni... gente che anche se non dovesse cogliere il riferimento diretto a "Big Jim" potrebbe associare inconsciamente il logo di "911" a qualche elemento evocativo dell'infanzia.
- è fottutamente eroico
Vedremo se riuscirò a spuntarla con la Panini (ne dubito).
Per il resto... la sceneggiatura del numero 3 è entrata in lavorazione. Quasi, quasi ci metto il camper di David Murphy.
Quella qui sopra è la mia proposta, realizzata dal prode Paolo "Ottokin" Campana.
Paolo non è che ne sia così convinto (lui sta portando avanti anche una sua proposta) e Meo nemmeno... io sono gasatissimo e pronto a combattere per difendere questo logo.
La mia idea è quella di rifarci al logo di "Big Jim".
Il perché di questa scelta è presto detto:
- da bambino adoravo Big Jim
- quel logo comunica l'idea che mi piacerebbe passare per "911"
- i lettori a cui finiremo inevitabilmente per rivolgerci saranno un segmento compreso tra i venti e i quarant'anni... gente che anche se non dovesse cogliere il riferimento diretto a "Big Jim" potrebbe associare inconsciamente il logo di "911" a qualche elemento evocativo dell'infanzia.
- è fottutamente eroico
Vedremo se riuscirò a spuntarla con la Panini (ne dubito).
Per il resto... la sceneggiatura del numero 3 è entrata in lavorazione. Quasi, quasi ci metto il camper di David Murphy.
Non lo dite a nessuno...
11.25.2007
Proprio non resisto...
11.19.2007
Ma che bella pensata, ma che bella pensata...
Per il primo episodio di "911" ho deciso di sbattermi e di dargli una struttura narrativa abbastanza complessa (nel contesto delle testate di riferimento) fatta di flashback, stacchi analogici e ellissi narrative.
Devo dire che il risultato finale mi ha convinto un sacco e penso che, dal punto di vista puramente tecnico, questo primo episodio di "911" sia una delle cose meglio architettate che ho scritto.
Di contro non è per nulla classico e rassicurante e non si inscriverebbe per nulla bene nel solco dell'italica maniera di raccontare a fumetti e in questo mi ricorda parecchio le prime cose di John Doe.
E' da qualche tempo che sono alle prese con il secondo episodio e mi sono incastrato da solo.
Il nocciolo della questione è presto detto: rispetto alle prime 94 pagine ho cominciato a scrivere questo secondo capitolo in modo normale: sono partito dal punto in cui avevo lasciato David nel finale della prima storia e sono andato avanti dritto, procedendo passo dopo passo verso il finale. Niente inizio in media res, niente flashback, niente montaggi in parallelo e, soprattutto, niente "trucco degli stacchi".
Il "trucco degli stacchi" è il giochetto che uso in maniera massiccia fin da John Doe n.1 e che all'inizio copiato brutalmente da gente come Edgar Rice Burroghs e Gianluigi Bonelli per poi declinarlo in chiave personale, mescolandolo con certa roba che fanno nei serial americani e certe soluzioni di Elmore Leonard, fino a renderlo una specie di marchio fabbrica.
E' pure uno degli espedienti narrativi che preferisco in assoluto per vari motivi: tiene alta la tensione, ti fa uscire facilmente da qualsiasi impasse o vicolo cieco, aggancia il lettore, aumenta il ritmo di lettura... e poi è facile e fa un sacco scena.
Il fatto che sia un trucco e per di più "facile" è pure la ragione che mi ha spinto a limitarne l'uso in tempi recenti, in maniera da costringermi a utilizzare soluzioni più ortodosse e impegnative anche se forse meno divertenti e più classiche per me e per il lettore.
In poche parole, questo secondo albo di "911" mi è venuto fuori come un fumetto d'avventura nel pieno segno e tradizione del fumetto italiano.
Il che non è per nulla un male, sia chiaro... in altri ambiti è proprio quello che sto cercando di fare perché ho voglia di dimostrare (in primo luogo a me stesso) che non sono solo uno sceneggiatore tutto "chiacchiere e stacchi narrativi" ma che se mi ci metto so pure raccontare una roba come cristo comanda e che non farebbe storcere troppo il naso a John Ford (per me il narratore classico per eccellenza).
Rileggendo la sceneggiatura però, riflettendo sul contesto produttivo di "911", sulle ragioni che hanno spinto la Panini a scegliere me e non altri e sulle aspettative medie dei miei lettori e del mio editore, ho deciso che questo approccio era sbagliato.
Ebbene sì, amici Artisti che mi guardate con sguardo di rimprovero: certe volte sono puttana al punto da tenere conto delle aspettative di quelli che mi leggono e di quelli che mi danno lavoro e mi lascio influenzare da esse, talune volte assecondandole, altre volte deludendole in maniera conscia.
Mi rendo conto che questa è una bestemmia nei confronti di quell'arte che voi Artisti vi appuntate sul petto con orgoglio... ma che ci volete fare? Sono fatto così.
Comunque sia e tornando a bomba... ho preso la sceneggiatura della seconda parte di "911" e l'ho cestinata.
Non solo strideva nella sua semplicità classicista con tutto quanto fatto nel primo episodio ma non era neanche pienamente mia. Era una sceneggiatura di Roberto Recchioni che voleva far vedere di essere una persona seria che sapeva comportarsi bene a tavola.
Ammettiamolo, non sono una persona seria e non voglio esserlo.
Sono un cazzone che adora ogni trucco che gli permetta di prendere il lettore e trascinarlo in giro per la storia che vuole raccontare, tenendolo stretto per le palle, il cuore, la gola e lo stomaco.
Non me ne frega nulla di essere coerente, educato, inappuntabile o classico.
Me ne frega solo che la mia storia funzioni.
E adesso che sto riscrivendo da capo il secondo episodio di "911" so che la nuova sceneggiatura funziona.
Forse non è particolarmente elegante o di buon gusto, forse non rispetta i canoni di un solido fumetto d'avventura all'italiana e di sicuro viola molte delle sue regole e delle sue gabbie... ma quando sarà pubblicata, vi sfido a venirmi a dire che non l'avete letta tutta d'un fiato e che non ne volete ancora.
11.05.2007
10.26.2007
E' ufficiale.
Alla fiera di Lucca Comics verrà dato l'annuncio della miniserie.
Saranno quindi rivelati il titolo (che lo ricordo, non è quello di questo blog), l'editore, il formato editoriale e il copertinista.
Molti sono segreti di pulcinella ma forse qualche sorpresa c'è.
Volete sapere quando e dove avverrà cotale annuncio?
Non ve lo posso dire.
Ma se mi vedete a qualche conferenza, allora forse siete nel posto giusto.
Per celebrare, ecco il punto sullo stato dei lavori:
Matteo è in vista del finale del primo albo.
Io ho buttato giù lo sviluppo del secondo e sto facendo la revisione dei dialoghi del primo.
Grosso modo, adesso so dove si andrà a parare fino alla fine della storia anche se continuo a avere la capacità di farmi scherzi da solo e inserire nella trama delle svolte impreviste (che c'entrano adesso i mafiosi e i meteoriti???).
Il personaggio mi diverte talmente tanto che sono già depresso al pensiero che tra qualche tempo avrò completato la sua prima, lunga, avventura.
Per celebrare... qualche vignetta pescata in lungo e in largo dal primo numero e una tavola di cui avevo postato una prima versione, ora nella sua forma definitiva!
Ci credereste che son matite?
8.30.2007
Cosa fa di un eroe quello che è?
E' una cosa su cui mi lambicco da tempo, anche perché ho un conto aperto con la figura dell'eroe, visto che faccio una gran fatica a scriverne.
Per carità, gli anti-eroi e i cinici bastardi mi vengono benino e sono ampiamente soddisfatto dei mie pazzi pscicotici... ma gli eroi, quelli veri, ancora devo capirli a fondo.
Il primo meccanismo che mi viene in mente è che l'eroe è definito dalle azioni che compie.
L'eroe agisce nel giusto e raramente sbaglia.
Un buon esempio di questo aspetto ci viene dato da Tex e dai tanti eroi del cinema western.
Ma questo basta? Solo il fatto che un eroe compie azioni coraggiose, battendosi per il giusto e sbagliando poco?
Non mi convince.
Se fosse tutto qua, personaggii "deboli e fallibili" non sarebbero eroi. Eppure un Dylan Dog è un eroe in pieno.
Le motivazioni, allora.
Superman vuole "dare il buon esempio", mostrare agli umani che si può aspirare ad un mondo migliore se ognuno fa la sua parte. Non è mosso da fini personali e non si abbandona alle pulsioni più barbare del nostro essere.
Anche Dylan è un boy scout e agisce per le migliori motivazioni del mondo (e per cento sterline al giorno, più le spese).
E allora, secondo questo principio, Batman non è un eroe, perché conduce una sua guerra privata contro il crimine per ragioni strettamente personali.
Riflettendoci sopra per bene, per me è un eroe è tale per quello a cui rinuncia.
Un eroe accetta il prezzo del "fare la cosa giusta" e ne paga le conseguenze.
La doppia vita di Superman, la solitudine di Batman, la vita disastrata di Jack Bauer, le mille difficoltà di Peter Parker, le aspettative che Capitan America è costretto a portare sulle spalle e via dicendo.
E' questa la chiave dell'eroe a tutto tondo, più della motivazione delle sua azioni, più delle azioni stesse e della loro riuscita.
La chiave è il sacrificio.
Sacrificare qualcosa di personale per un bene maggiore che, magari, non avrà alcuna ricaduta benefica e personale sull'eroe stesso.
Meglio che me lo appunto questo concetto così semplice. In genere questo è il tipo di cose che mi sfugge.
Per carità, gli anti-eroi e i cinici bastardi mi vengono benino e sono ampiamente soddisfatto dei mie pazzi pscicotici... ma gli eroi, quelli veri, ancora devo capirli a fondo.
Il primo meccanismo che mi viene in mente è che l'eroe è definito dalle azioni che compie.
L'eroe agisce nel giusto e raramente sbaglia.
Un buon esempio di questo aspetto ci viene dato da Tex e dai tanti eroi del cinema western.
Ma questo basta? Solo il fatto che un eroe compie azioni coraggiose, battendosi per il giusto e sbagliando poco?
Non mi convince.
Se fosse tutto qua, personaggii "deboli e fallibili" non sarebbero eroi. Eppure un Dylan Dog è un eroe in pieno.
Le motivazioni, allora.
Superman vuole "dare il buon esempio", mostrare agli umani che si può aspirare ad un mondo migliore se ognuno fa la sua parte. Non è mosso da fini personali e non si abbandona alle pulsioni più barbare del nostro essere.
Anche Dylan è un boy scout e agisce per le migliori motivazioni del mondo (e per cento sterline al giorno, più le spese).
E allora, secondo questo principio, Batman non è un eroe, perché conduce una sua guerra privata contro il crimine per ragioni strettamente personali.
Riflettendoci sopra per bene, per me è un eroe è tale per quello a cui rinuncia.
Un eroe accetta il prezzo del "fare la cosa giusta" e ne paga le conseguenze.
La doppia vita di Superman, la solitudine di Batman, la vita disastrata di Jack Bauer, le mille difficoltà di Peter Parker, le aspettative che Capitan America è costretto a portare sulle spalle e via dicendo.
E' questa la chiave dell'eroe a tutto tondo, più della motivazione delle sua azioni, più delle azioni stesse e della loro riuscita.
La chiave è il sacrificio.
Sacrificare qualcosa di personale per un bene maggiore che, magari, non avrà alcuna ricaduta benefica e personale sull'eroe stesso.
Meglio che me lo appunto questo concetto così semplice. In genere questo è il tipo di cose che mi sfugge.
Le cose cambiano, e poi cambiano ancora.
Coerentemente come solo io so essere... ho cambiato di nuovo idea e deciso di tornare al vecchio giubbotto.
Per quanto bello, il modello M-65 era una piaga quando si trattava di muovere il protagonista in scene d'azione e, comunque, non gli conferiva una figura abbastanza eroica.
Insomma, si è tornati al vecchio MA-1
E giusto per farvi capire che stiamo lavorando sodo, qualche vignetta per stuzzicare l'appetito.
Fatevele bastare perché per un pezzo non avrete altro del buon Matteo e vi dovrete accontentare delle mie generiche chiacchiere.
p.s.
lo ammetto, sono davvero entusiasta del lavoro di Matteo.
7.24.2007
Sharon (aka Brittney Skye)
Volti non tanto nascosti.
Una pratica abbastanza comune del fumetto è quello di usare volti del cinema e della TV come riferimento per i propri personaggi.
Lo facciamo noi (Dylan Dog-Rupert Everett, John Doe-Tom Cruise e via dicendo...) e lo fanno anche gli americani (la versione Ultimates di Nick Fury e Samuel L. Jackson, tanto per fare un esempio).
Alcuni lettori apprezzano questa cosa, altri la detestano.
Io cerco sempre di fornire ai miei disegnatori un volto reale su cui costruire il personaggio, ma poi so bene che via via che verrà disegnato, il personaggio prenderà caratteristiche proprie e troverà "la sua faccia".
Qui sopra una raccolta di volti che, in un modo o nell'altro, troveranno spazio nel "progetto m-65".
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