11.25.2007

Proprio non resisto...

...a postarvi queste due tavole.
Perdonate l'entusiasmo ma Matteo, oltre a disegnare benissimo, è uno di quegli autori che riesce a interpretare perfettamente quello che gli chiedo.





Come al solito, cliccateci sopra se volete vederle più in grande.

11.19.2007

Ma che bella pensata, ma che bella pensata...


Per il primo episodio di "911" ho deciso di sbattermi e di dargli una struttura narrativa abbastanza complessa (nel contesto delle testate di riferimento) fatta di flashback, stacchi analogici e ellissi narrative.
Devo dire che il risultato finale mi ha convinto un sacco e penso che, dal punto di vista puramente tecnico, questo primo episodio di "911" sia una delle cose meglio architettate che ho scritto.
Di contro non è per nulla classico e rassicurante e non si inscriverebbe per nulla bene nel solco dell'italica maniera di raccontare a fumetti e in questo mi ricorda parecchio le prime cose di John Doe.

E' da qualche tempo che sono alle prese con il secondo episodio e mi sono incastrato da solo.
Il nocciolo della questione è presto detto: rispetto alle prime 94 pagine ho cominciato a scrivere questo secondo capitolo in modo normale: sono partito dal punto in cui avevo lasciato David nel finale della prima storia e sono andato avanti dritto, procedendo passo dopo passo verso il finale. Niente inizio in media res, niente flashback, niente montaggi in parallelo e, soprattutto, niente "trucco degli stacchi".
Il "trucco degli stacchi" è il giochetto che uso in maniera massiccia fin da John Doe n.1 e che all'inizio copiato brutalmente da gente come Edgar Rice Burroghs e Gianluigi Bonelli per poi declinarlo in chiave personale, mescolandolo con certa roba che fanno nei serial americani e certe soluzioni di Elmore Leonard, fino a renderlo una specie di marchio fabbrica.
E' pure uno degli espedienti narrativi che preferisco in assoluto per vari motivi: tiene alta la tensione, ti fa uscire facilmente da qualsiasi impasse o vicolo cieco, aggancia il lettore, aumenta il ritmo di lettura... e poi è facile e fa un sacco scena.
Il fatto che sia un trucco e per di più "facile" è pure la ragione che mi ha spinto a limitarne l'uso in tempi recenti, in maniera da costringermi a utilizzare soluzioni più ortodosse e impegnative anche se forse meno divertenti e più classiche per me e per il lettore.

In poche parole, questo secondo albo di "911" mi è venuto fuori come un fumetto d'avventura nel pieno segno e tradizione del fumetto italiano.
Il che non è per nulla un male, sia chiaro... in altri ambiti è proprio quello che sto cercando di fare perché ho voglia di dimostrare (in primo luogo a me stesso) che non sono solo uno sceneggiatore tutto "chiacchiere e stacchi narrativi" ma che se mi ci metto so pure raccontare una roba come cristo comanda e che non farebbe storcere troppo il naso a John Ford (per me il narratore classico per eccellenza).

Rileggendo la sceneggiatura però, riflettendo sul contesto produttivo di "911", sulle ragioni che hanno spinto la Panini a scegliere me e non altri e sulle aspettative medie dei miei lettori e del mio editore, ho deciso che questo approccio era sbagliato.
Ebbene sì, amici Artisti che mi guardate con sguardo di rimprovero: certe volte sono puttana al punto da tenere conto delle aspettative di quelli che mi leggono e di quelli che mi danno lavoro e mi lascio influenzare da esse, talune volte assecondandole, altre volte deludendole in maniera conscia.
Mi rendo conto che questa è una bestemmia nei confronti di quell'arte che voi Artisti vi appuntate sul petto con orgoglio... ma che ci volete fare? Sono fatto così.

Comunque sia e tornando a bomba... ho preso la sceneggiatura della seconda parte di "911" e l'ho cestinata.
Non solo strideva nella sua semplicità classicista con tutto quanto fatto nel primo episodio ma non era neanche pienamente mia. Era una sceneggiatura di Roberto Recchioni che voleva far vedere di essere una persona seria che sapeva comportarsi bene a tavola.
Ammettiamolo, non sono una persona seria e non voglio esserlo.
Sono un cazzone che adora ogni trucco che gli permetta di prendere il lettore e trascinarlo in giro per la storia che vuole raccontare, tenendolo stretto per le palle, il cuore, la gola e lo stomaco.
Non me ne frega nulla di essere coerente, educato, inappuntabile o classico.
Me ne frega solo che la mia storia funzioni.
E adesso che sto riscrivendo da capo il secondo episodio di "911" so che la nuova sceneggiatura funziona.
Forse non è particolarmente elegante o di buon gusto, forse non rispetta i canoni di un solido fumetto d'avventura all'italiana e di sicuro viola molte delle sue regole e delle sue gabbie... ma quando sarà pubblicata, vi sfido a venirmi a dire che non l'avete letta tutta d'un fiato e che non ne volete ancora.

11.05.2007